Parco Giufà
Il Parco di Giufà e dei Paladini di Francia
MA CHI È GIUFÀ?
Curioso personaggio popolare
della narrativa di numerosi paesi, Giufà è il tipico esempio dello sciocco-furbo, imprevedibile, insofferente all'autorità. In paesi assai distanti, appartenenti a un'area culturale che affonda le sue radici nel Mediterraneo lo ritroviamo sotto vari nomi.
La radice popolare comune, si fa risalire ad un personaggio storico realmente esistito agli inizi dell'XI sec. d.C nella penisola Anatolica (Attuale Turchia); si tratterebbe infatti della personalità piuttosto eccentrica di Nasreddin Hoca (Il Maestro Nasreddin), che nell'area Araba si diffuse con il nome di Jeufa/Jusuf e che nella tradizione siciliana fu tramandato come Giufà.
In Sicilia, Giufà viene ampiamente raccontato nell'opera di Giuseppe Pitrè, eminente studioso di tradizioni e di folclore siciliano che riprende storie popolari diffuse in varie parti dell’isola, tra la fine dell' '960 e l'inizio del '900. Nei tanti racconti, Giufà viene presentato come un ragazzo molto ignorante, che parla per frasi fatte e che conosce soltanto una certa tradizione orale impartitagli dalla madre. Nelle sue avventure egli si caccia spesso nei guai riuscendo ad uscirne quasi sempre illeso, ma è anche evidenziato come un personaggio candido e spensierato, che riesce a far sorridere con le sue storie di sfortuna, sciocchezza, saggezza ed anche ingenuità, capaci di farne un personaggio molto caro alla nostra memoria di siciliani.
Ecco alcuni racconti, istoriati e raffigurati nelle statue del parco
GIUFÀ SI TIRA LA PORTA
Un giorno la mamma di Giufà uscendo per andare a messa chiamò Giufà e gli disse: "Giufà, sto andando in chiesa appena esco tirati la porta". Giufà, appena uscita, si avvicina alla porta di casa e tira, tira, con tutte le sue forze, fin quando non si scardina e viene giù. Allora se la carica addosso e arrancando a fatica per la lunga strada giunge alla chiesa,vede sua madre, e gettando la porta per terra le grida:"Ecco, qua c'è la porta ;ma che fatica...."
GIUFÀ E IL GIUDICE
Giufà si recò un mattino in campagna per raccogliere finocchi. Assorto nel lavoro si accorse tardi che era già calata la notte, e si avviò per tornare a casa. Lungo la strada di ritorno si sentì stanco e si sedette su di una pietra.
Guardava il cielo e vide che, per un gioco di nuvole, sembrava che la luna giocasse a nascondino. Si incantò nel guardarla e quando la luna appariva Giufà le gridava: "Affaccia, affaccia!" e quando scompariva le gridava: "Cala, cala!". Sotto la strada c'erano dei ladri che stavano scorticando un vitello, che avevano poco prima rubato. Appena sentirono quegli urli di Giufà, che sembravano ordini di comando, con quell' "affaccia e cala" molto sospetto,
pensarono che fossero guardie che cercassero di circondarli e allora si posero in fuga precipitosa, abbandonando la preda. Giufà, sentendo il rumore della fuga precipitosa dei ladri andò a curiosare, e trovò tutto quel ben di Dio di carne abbandonata. Non ci pensò due volte, si mise a tagliarne pezzi a più non posso e così ne riempì un sacco intero che aveva portato con se per la raccolta dei finocchi. Arrivando a casa, sua madre lo rimproverò per aver fatto così tardi,
ma Giufà mostrandole la sua preda le disse il motivo e allora decisero di riservarne per loro un pezzetto e il resto la madre lo avrebbe venduto l'indomani. L'indomani infatti la madre di Giufà andò a vendere la carne, mentre Giufà andò in campagna per finire la raccolta dei finocchi. Quando la sera tornò a casa chiese a sua madre se avesse venduto la carne e lei rispose: "Si l'ho venduta a credito alle mosche". "E i soldi quando te li danno?" "Quando li hanno", rispose. Passarono i giorni e soldi Giufà non ne vedeva, un bel giorno si decise e andò dal giudice.
"Signor Giudice, gli disse, voglio fatta giustizia, ho venduto la carne a credito alle mosche e non mi hanno pagato". Il giudice, che ben lo conosceva, lo guardò perplesso, infine gli rispose: "Senti Giufà, la mia sentenza è questa, ti autorizzo ad ammazzarle appena le vedi". In quel momento, Giufà si accorse che sulla testa del giudice(che era piuttosto calvo e quindi v'era sufficiente spazio) c'era una mosca che passeggiava spavalda. Giufà vide rosso per l'ira, diede un pugno da boscaiolo sulla testa del giudice, che cadde per terra e si ruppe la testa.
GIUFÀ E LA STATUA DI GESSO
Un giorno la madre disse a Giufà: "Prendi un po’ di questa tela; vai a venderla in qualche paese lontano, ma faiattenzione, l’hai da vendere a quelle persone che parlano poco". Giufà partì con la tela in spalla e andò a venderla. Arrivato in paese cominciò a gridare: "Chi vuole la tela!". Le persone lo chiamavano, ma cominciavano a parlare assai: a chi pareva grossolana, a chi pareva cara.
A Giufà invece pareva che parlassero assai, e non gliene voleva dare. Cammina di qua, cammina di là, si infila in un cortile. Non c’era nessuno; ma ci trovò una statua di gesso e Giufà le disse: "La volete comprare la mia tela?" La statua non rispondeva; ma intanto Giufà vide che parlava poco: "A voi, che parlate poco, voglio vendere la tela". Prende la tela e gliela mette su una spalla. "Domani vengo per la grana", e se ne andò. Quando fece giorno, tornò dalla statua per riscuotere i quattrini, ma la tela non la trovò, e arrabbiato le ripeteva: "Dammi i soldi della tela". Ma la statua continuava a stare zitta. "Giacché non mi vuoi pagare, ti faccio vedere chi sono io", e afferrato un bastone comincia a prenderla a mazzate fino a ridurla in pezzi. Ma (sorpresa ! ) nella pancia ci trova una pentola di denari.
OCCHI DI CIVETTA
Giufà dovendo portare dei soldi a casa e avendo paura che glieli pigliassero e che fa? Ebbe l'idea di prendere delle spine di rovo e metterle nel sacco in cui li portava. Per strada i ragazzacci che incontrava chiedevano: - Giufà cosa porti? - Occhi di civetta - (alludendo allo splendore delle monete) I ragazzi mettevano le mani nel sacco, ma si pungevano subito con le spine e urlavano:- Ahi! Ahi . Andando avanti Giufà incontrava altri ragazzi, che tornavano a chiedere: - Giufà che porti nel sacco? - Occhi di civetta. I ragazzi mettevano le mani nel sacco e pungendosi si allontanavano urlando- Ahi! Hai! Fu così che Giufà, riuscì a portare a casa tutto per intero il suo denaro.
PALCOSCENICO DEI PALADINI
Il poema epico cavalleresco dell’Orlando furioso ispira le storie dei paladini. I temi fondamentali sono la guerra contro gli infedeli, l'amore di Orlando per Angelica e le vicende di Ruggiero e Bradamante.In un episodio Astolfo è incaricato di salire sulla luna, per recuperare il senno perso da Orlando per amore. Infatti è qui che vengono raccolte tutte le cose perse dagli uomini sulla Terra, beni materiali ma soprattutto morali. Esso è racchiuso in un’ampolla allo stato gassoso, e su di essa c’è scritto “Senno d’Orlando”.
IL MOSAICO CENTRALE
Al centro del parco, sulla piazza principale appesa ad un muro, come un quadro, è presente una mosaico, realizzato con tesserine di marmo colorato, secondo le antiche tradizioni siciliani che affondano le radici nei mosaici bizantini presenti nelle chiesearabo-normanne. Nal quadro sono raffigurate in un continuum alcune storie di Giuà e dei Paladini la cui narrazione si interseca volutamente in una presenza attuale , quasi senza tempo. Il mosaico racconta la storia di Astolfo che va sulla luna a prendere il cervello di Orlando, pazzo dell’amore per angelica.
Riqualificazione della struttura negli anni 2022/2023
Negli anni 2022/2023, sotto la sindacatura del Sindaco Antonio Palumbo, il parco di Giufa è tornato a nuovo splendore, con l'avvio di nuovi ed importanti lavori, che ne hanno riqualificato il contesto, ed hanno ridato alla cittadinanza un importante polmone verde. Tutto ciò grazie ad un finanziamento regionale dell’Assessorato Regionale alla Famiglia, cui il comune ha richiesto le somme a seguito della pubblicazione di apposito Avviso Pubblico azione 9.6.6 - POR FESR 2014-2020, giusto Decreto di Finanziamento n. 1735 del 11/10/2019. Il Comune ha intercettato i finanziamenti attraverso l’Avviso pubblico rivolto a politiche sociali e del lavoro, proponendo la riqualificazione ed il recupero del parco finalizzato al recupero socio/culturale della zona urbana, facendo leva sulle potenzialità dello spazio verde. Allo scopo ha proposto interventi di riattivazione del polmone verde e di potenziamento di pratiche sportive, utili alla condivisione ed alla coesione sociale. La rigenerazione di luoghi e spazi fisici, utilizzata dal contesto urbano contribuisce all’amalgama del tessuto sociale ed al potenziamento di relazioni sociali all’interno della comunità locale del quartiere e dell’intera comunità Favarese, in linea con gli scopi originari del parco. L’intervento, dunque, rimarca l’obiettivo di agevolare e consentire ai tanti bambini, ragazzi e cittadini in genere, che giornalmente frequentano il parco, ogni forma di utilizzo a fini sportivi, aggregativi e ricreativi, capace di fare del Grande Polmone Verde un adeguato “Luogo di Ristoro all’Aperto”. All’insegna della tradizione popolare e della permanenza orale delle più belle fiabe siciliane, grazie all’Avviso Pubblico azione 9.6.6 dell’Assessorato della famiglia, delle politiche sociali e del lavoro -POR FESR 2014-2020, il parco è stato trasformato in Luogo per lo Sport per l’aggregazione Sociale. I nuovi interventi hanno potenziato il parco consentendo l’offerta di nuovi servizi che sinteticamente riguardano:
CAMPETTO POLIVALENTE COPERTO
E stata realizzata ex novo la copertura di un campetto polivalente, con struttura in legno lamellare e superiore telo, con nuova pavimentazione, illuminazione, spogliatoi e wc. Dedicato allo sport come pallacanestro, pallavolo, tennis, e soprattutto pensato per attività di squadra e di aggregazione sociale.
CAMPETTO ALL’APERTO
A fianco dell’area centrale ed in prossimità delle case popolari della zona ESA Chimento è presente uno spazio sportivo libero, per il quale sono stati previsti lavori di recupero del fondo con materiali idonei e compatibili atti ad ospitare partite di calcetto con 5 giocatori per squadra.
CHIOSCO PER RISTORAZIONE E SERVIZI
Nella parte centrale dell’intera superficie, è stato realizzato un Chiosco prefabbricato, di cui una parte chiusa destinata a ristoro e servizi mentre la parte esterna con tettoia destinata a veranda per la collocazione di tavolinetti bar per la sosta.
IMPIANTO VIDEOSORVEGLIANZA
L’intera area è coperta da un sistema di videosorveglianza, capace di garantire massima sicurezza tanto ai frequentatori del Parco di Giufà quanto ai responsabili comunali per il verde pubblico, al fine di preservare l’area da possibili e devastanti atti di vandalismo urbano.
AREA SPORTIVA ATTREZZATA
A fianco del chiosco, è presente un’area giochi attrezzata destinata alle attività ludiche dei bambini e degli adolescenti, come altalene, scivoli e giochi a palestra.
PERCORSO DI VITA -GIUFA’-
All’interno dell’area verde del Parco di Giufà è presente un sentiero di meditazione, un percorso di vita immerso tra piante officinali, ortive da pieno campo, alberi e arbusti tipici della macchia mediterranea, in cui si trovano alloggiate panchine ed altre sedute in legno per consentire ai fruitori di potersi rilassare, meditare o relazionarsi con altri frequentatori, godendo in pieno dei possibili benefici della natura nella quiete del verde.
PARCHEGGIO
A monte e a valle del Parco di Giufà vi sono due aree di parcheggio capaci di contenere l’ingombro auto derivante da presenza certa di sportivi e cittadini, abitanti del quartiere e della città, proporzionale alle presenze giornaliere previste.